
Una Wikipedia geolocalizzata, piena di informazioni e storie che ci seguono con la voce, o una Google Maps con audioguida che racconta in maniera originale luoghi, anche quelli più nascosti, che sfuggono al turista standardizzato. Con l’ambizione di evolvere trasformandosi in biblioteca della memoria narrata, con il compito di conservare voci e testimonianze che domani scompariranno. Questa è Loquis, piattaforma di travel podcast, che punta a crescere per raccontare non solo le bellezze artistiche, storiche e paesaggistiche d’Italia, ma ad allargare la narrazione – lo storytelling, secondo i canoni del marketing contemporaneo – della cultura nazionale, attraverso il patrimonio enogastronomico e i luoghi storici dello sport, ma anche con la storia delle imprese italiane.
Il campus Tiscali
Proprio a inizio maggio è stato lanciato il percorso che illustra uno dei luoghi più iconici dell’economia digitale italiana, il campus voluto da Renato Soru come sede della sua Tiscali, l’azienda che allora aveva aperto il mercato della telefonia e dell’internet lanciando il guanto di sfida al monopolista pubblico. Ispirato alla filosofia olivettiana dell’azienda come comunità ospitata in un luogo di lavoro che favorisca la collaborazione e il benessere, il Tiscali Campus, di fronte alla laguna di Santa Giulia, alle porte di Cagliari, vuole essere fin dall’inizio un luogo in cui l’innovazione incontra il paesaggio, la tecnologia dialoga con l’arte e la natura.
Le culture d’impresa
All’interno di un parco di ulivi, dove ancora oggi si produce olio, il progetto dello studio Arassociati, sviluppato all’incrocio tra il minimalismo contemporaneo e la tradizione costruttiva sarda, si snoda in una serie di edifici dai colori caldi delle materie prime locali, collegati dai portali dell’Ipertesto di Michelangelo Pistoletto, fatti di parole e concetti scolpiti nella pietra che sono alla base dell’avventura aziendale, dalla comunicazione al sapere, dall’economia all’arte alla politica. Il campus è infatti anche un museo a cielo aperto che ospita opere di artisti contemporanei come lo stesso Pistoletto, Olafur Eliasson, Pinuccio Sciola e i sardi Costantino Nivola e Maria Lai, ma c’è anche una materna destinata ai figli dei dipendenti in uno dei primi casi di welfare aziendale. Ancora oggi il campus è un hub tecnologico che ospita una cinquantina di imprese, tra cui la stessa Tiscali, e un migliaio di persone, confermando la visione ancora attuale dell’importanza del luogo in cui si lavora.
Il Campus Tiscali è solo un esempio dell’evoluzione di Loquis, creata nel 2018 come podcast per i viaggiatori, sulla base di un’idea nata in viaggio: Bruno Pellegrini, con alle spalle già diverse esperienze tecnologiche nel mondo dei media, era alla guida della sua auto in autostrada chiedendosi quali potevano essere le bellezze nelle vicinanze. Oggi lo può fare grazie al racconto non invasivo della sua creatura di cui è Ceo, una piattaforma arrivata oggi a un milione e mezzo di utenti, 40 milioni di utenti unici l’anno, 1,3 milioni di contenuti in sette lingue, di cui oltre 100mila originali. Oggi in quest’avventura Pellegrini ha imbarcato P101 e Cdp Venture oltre a singoli investitori come Carlo Feltrinelli e Bob Kunze Concewitz, ex Ceo di Campari.
Turismi differenti
Quello che ha creato è un atlante di storie gratuito, a disposizione di chiunque, che copre un po’ tutto il mondo con un primo livello di informazioni ottenuto con l’intelligenza artificiale. A questo si sono aggiunti negli anni i contenuti originali legati ai singoli luoghi e alle passioni emergenti: Loquis punta a cavalcare tutte le forme di turismo ampliando i target dal turista generico a quello che ama le cantine e le ricchezze enogastronomiche italiane, le storie d’impresa come Ferrari, Olivetti o la stessa Tiscali, a chi percorre uno dei tanti cammini e ciclovie che attraversano la penisola. Fino agli appassionati dei cimiteri monumentali o dei luoghi legati ai campioni sportivi o perfino del “ghost tourism”.