
Aumentare la capacità di innovare, migliorare l’agilità operativa e rafforzare la competitività: un dogma per milioni di imprese impegnate nel processo di trasformazione digitale e che vedono nei servizi di cloud pubblico, nelle applicazioni Software as a Service (SaaS) e negli strumenti di intelligenza artificiale generativa le tecnologie di riferimento per raggiungere questo obiettivo. Ma se i vantaggi legati all’adozione di queste soluzioni sono oggettivi, un recente studio di Capgemini Research Institute (“The On-Demand tech paradox: balancing speed and spend”) ne rivela anche il lato oscuro, fatto di scarsa visibilità sui costi, complessità di gestione, risorse sottoutilizzate e buchi di governance. Tutti fattori che, abbinate a una mentalità ancora legata a logiche del passato, rischiano di compromettere la portata di questi vantaggi.
Budget sforati in azienda
Le aziende, si legge nel rapporto che il Sole24ore ha avuto in anteprima, stanno progressivamente passando da investimenti a forte incidenza di capitale a modelli più flessibili e a consumo, alimentando una tendenza che ha visto crescere dal 29% al 41% il peso delle tecnologie on-demand sui budget destinati all’IT nell’arco di soli dodici mesi. Più nel dettaglio, l’82% dei circa mille dirigenti di grandissime aziende intervistati su scala globale segnala un aumento significativo delle spese legate a queste soluzioni, il 76% delle aziende ha superato i propri budget per il cloud pubblico (in media del 10%) e il 68% ha speso troppo per la Gen AI, pagando dazio al sottoutilizzo delle risorse e alla mancata centralizzazione degli acquisti. Solo il 29% delle imprese, infine, ha ottenuto dal SaaS risparmi sui costi attesi e solo il 38% ha accelerato davvero l’innovazione con gli strumenti di intelligenza artificiale generativa.
Spese al raddoppio in 3-4 anni
«Queste tecnologie – osserva in proposito Ernesto De Ruggiero, Managing Director Cloud Infrastructure Services di Capgemini in Italia – hanno trasformato il modo in cui operano le aziende ma hanno inevitabili ricadute economiche, con spese destinate a raddoppiare nei prossimi tre-quattro anni». Una sintesi chiara di uno scenario che chiama Ceo e Cio a decisioni importanti e nel quale le realtà in grado di allineare la propria strategia di migrazione nella nuvola agli obiettivi di business (grazie a pratiche FinOps più mature ed evolute, al momento ancora invece poco sviluppate) e di progettare architetture scalabili e modulari, sfruttando l’automazione basata su AI per ottimizzare i processi e ridurre le inefficienze, saranno quelle più pronte a generare valore dai loro investimenti. La maggioranza dei manager oggetto di indagine (il 77% per la precisione) considera in effetti la scalabilità e le prestazioni garantite dal cloud computing elementi cruciali per la crescita, poiché consentono di accelerare la trasformazione e ridurre il time-to-market, ma molti sono i casi di imprese che trovano difficile tenere sotto controllo gli oneri di gestione e di esercizio di queste soluzioni.
De Ruggiero: «Strategie data driven»
C’è dunque una sorta di paradosso che incombe sulle aziende, legato al rischio di non avere ritorni dalle tecnologie on demand, e per superarlo – secondo De Ruggiero – c’è sostanzialmente solo una strada, ed è quella di “un approccio olistico in cui strategia, progettazione delle soluzioni, cultura aziendale, governance, strumenti e processi operativi siano allineati e dialoghino tra loro in modo coerente”. Le imprese che hanno saputo massimizzare i vantaggi derivanti dall’adozione di soluzioni SaaS e cloud native seguendo questo percorso non mancano (anche in Italia) e un esempio arriva dal settore manifatturiero, dove Capgemini e Google Cloud hanno implementato per una grande multinazionale una soluzione di Gen AI (composto da un chatbot e da un motore di forecast) in grado di fornire risposte in tempo reale e previsioni accurate sulla domanda, ovviando alla gestione inefficace degli ordini nei magazzini e creando le condizioni per ottimizzare le scorte e ridurre i costi. Un altro esempio virtuoso è quello di National Gas, il principale operatore della rete gas del Regno Unito, che ha spostato molti dei suoi processi in un ambiente cloud completamente automatizzato su Microsoft Azure. In generale, ha concluso il manager di Capgemini, “serve andare oltre la semplice implementazione tecnologica e sviluppare una strategia data driven supportata da investimenti IT basati su business case solidi e metriche chiare e condivise, oltre che su una pianificazione dei costi integrata sin dalle fasi iniziali di progettazione”.