
Sul supercalcolatore Leonardo, a Bologna, si sta allenando la prima intelligenza artificiale generativa italiana. Si tratta del modello “Italia”: un “large language model” basato sulla lingua italiana, fatto da un’azienda italiana e pensato per dimostrare che il made in Italy può anche riguardare la tecnologia profonda. Lo realizza iGenius in collaborazione con il Cineca. E il fondatore dell’azienda, Uljan Sharka, promette che sarà disponibile prima dell’estate. Una sfida gigantesca per una start up che ha cominciato a sviluppare intelligenza artificiale dal 2016 ma che aveva concentrato la sua attenzione su un prodotto che serve a facilitare la lettura e l’elaborazione dei dati aziendali.
Quel prodotto, Crystal, ha ottenuto risultati tecnici ed economici significativi e la sua qualità è stata riconosciuta da Gartner. Ma con il progetto del modello “Italia”, il salto di scala per iGenius è molto rilevante. Nei prossimi mesi in effetti saranno annunciati anche i nuovi soci che stanno appoggiando Sharka in questa impresa.
L’impatto dell’intelligenza artificiale generativa
Un anno abbondante è passato dall’uscita di ChatGPT, una tecnologia di OpenAI che ha interessato immediatamente un centinaio di milioni utenti e che, con toni entusiastici o drammatici, ha conquistato il centro della scena nel mondo dell’innovazione. Gli analisti di varie organizzazioni e centri di ricerca hanno cercato di valutare l’impatto della tecnologia, suggerendo che avrebbe modificato le mansioni di almeno un 40% dei lavoratori o che avrebbe generato alcuni trilioni di dollari di Pil in più entro il 2030. Gli osservatori della tecnologia hanno riconosciuto in questi modelli i candidati a conquistare un ruolo fondamentale nell’interfaccia tra gli umani e le macchine.
Sicché Microsoft, Google, Amazon e altri giganti hanno finanziato con decine di miliardi di dollari lo sviluppo delle tecnologie di OpenAI, Anthropic, DeepMind, mentre Meta ha sviluppato il suo modello Llama e Apple si è lanciata in una campagna di acquisizioni per restare al passo. In Cina viene segnalato soprattutto il modello 01.AI ma non mancano molte altre importanti iniziative.
Tecnologie strategiche, conseguenze culturali
Queste tecnologie si candidano a diventare strategiche. Potrebbero diventare l’equivalente dei sistemi operativi in una quantità di tecnologie: dalle piattaforme su internet alle applicazioni sugli smartphone, dalle auto agli elettrodomestici. E poiché questi modelli si allenano su corpora di dati linguistici, molti notano che c’è il rischio che siano portatori non soltanto di soluzioni tecniche ma anche di conseguenze culturali: il potere tecnologico si trasformerebbe in egemonia culturale? Non per nulla si sono moltiplicate le iniziative nazionali.